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Apostolo Zeno - Pier Caterino Zeno - 1727-8-9

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Apostolo Zeno, Vienna

Apostolo Zeno - Pier Caterino Zeno - 1727-8-9
FINA IDUnique ID of the page  6854
InstitutionName of Institution.
InventoryInventory number.
AuthorAuthor of the document. Apostolo Zeno
RecipientRecipient of the correspondence. Pier Caterino Zeno
Correspondence dateDate when the correspondence was written: day - month - year . August 9, 1727
PlacePlace of publication of the book, composition of the document or institution. Vienna 48° 12' 30.06" N, 16° 22' 21.00" E
Associated personsNames of Persons who are mentioned in the annotation. Francesco Bianchini, Gian Domenico Bertoli, Giovanni Vignoli, Jean Hardouin, Pius Nikolaus Garelli, Karl VI von Habsburg, Álvaro Cienfuegos, Giambattista Panagia
LiteratureReference to literature. Zeno 1752, vol.2, lettre n° 245, p. 485-4871, Zeno 1785, vol. 4, lettre n° 721, p. 202-2042, Tomassoni 2021a, p. 89-903, Tomassoni 2022b, p. 534
KeywordNumismatic Keywords  Museo Certosino , Book , Collection Classification , Forgeries , Connoisseurship , Catalogue
LanguageLanguage of the correspondence Italian
External LinkLink to external information, e.g. Wikpedia  https://archive.org/details/lettere00zenogoog/page/n213/mode/2up
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Grand documentOriginal passage from the "Grand document".

Lettre du 9 août 1727 (de Vienne): "Dall’amico Bertoli ho ricevute due copie del libro dei Medaglioni già del Museo Certosino : l’una è per voi, al quale egli ne fa un cortese dono. Martedì dal Panagia, dal Garelli, e da altri dell’anno passato, sotto la presidenza dell’Eccmo Sig. Camerier Maggiore Conte di Cobentzel, si è cominciata la revisione del Museo Certosino, alla presenza del Sig. Bertoli ; ma io non ho voluto intervenirvi ; benchè ne avessi per mezzo di S. E. il comando sovrano ; e me ne sono destramente scusato appresso di S. M. col debito del lavoro dell’Opera, e della ristrettezza del tempo, che ho per finirla. La ragione addotta è stata approvata : ma molto più la taciuta ; e vi assicuro, che questa mia risoluzione, presa non tanto da me, quanto col parere de’ miei padroni e buoni amici, ha partorito un ottimo effetto. Se io ci fossi intervenuto, mille contrasti ne sarebbon seguiti : perchè i due primi nominati di sopra giudicano la verità delle medaglie con la loro passione, non col loro sentimento. Ne rigettano le più belle, come false e sospette, quando si sa che in Roma vedute ed esaminate dai più accreditati antiquarj, non solo di quella città, ma di tutta Europa, per il corso di 40. e più anni, non hanno incontrate dubbiezze e difficoltà. Il Panagia però, che maneggia la cabbala, non ha voluto che elleno sien segnate nel Catalogo, oppure riposte a parte dall’altre, asserendo di volerle prima meglio osservare e considerare. Il fatto è, che il Bertoli col mio consiglio, di che pure non ho mancato di prevenire tanto S. M. quanto il Camerier Maggiore, non le lascerà a disposizione del Panagia, se prima o l’una o l’altra di queste due sia stabilita : l’una, che l’Antiquario attesti che tutte son buone e legittime, aggiugnendo di aver ritrovati tutti i pezzi espressi nel Catalogo : l’altra, che quelle che saranno trovate false o sospette, sieno messe in una scattola ben sigillata, e inviate a Roma al Sig. Cardinale Cienfuegos : acciocchè primieramente faccia riverderle dal P. Proccurator Generale de' PP. Certosini, e riconoscerle, se sono veramente le stesse, che erano in quel Museo, e al Bertoli consegnate ; e poi acciocchè riconosciute per esse, S. Em. le faccia visitar di nuovo da’ Monsigg. Bianchini, Vignoli, ed altri dotti e periti uomini, i quali abbiano a darci sopra il lor positivo giudicio, che approvi o confuti i dubbj del Panagia, il quale con ciò verrebbe a rendersi ridicolo più di quello che è, a tutta Roma. Queste due diligenze sono assolutamente necessarie : la prima per la riputazione dell’amico, e l’altra per il decoro del Museo Cesareo, dal quale si dee escludere qualunque cosa sia falsa o sospetta. So che avete piacere d’intendere ogni cosa, che riguarda questo affare, e però mi son voluto stendervi sopra, siccome farò per tutto quello che andrà succedendo. Io me ne sto in pace ; ascolto, e me ne sto dissimulando, non però in guisa che trascuri cosa alcuna, ove possa giovare all’amico, e alla verità. Non so se il P. Alfani mi manderà una copia del suo Guidiccione : ma in ogni caso ne proccurerò altronde per mezzo vostro" ; "La spiegazione vostra della inscrizione DEO GAVTE PAT è a mio credere più ingegnosa che vera. Seguitando di questo passo, si dirà che siete della scuola dell’Arduino" (Zeno 1752, vol.2, lettre n° 245, p. 485-487; Zeno 1785, vol. 4, lettre n° 721, p. 202-204; Tomassoni 2021a, p. 89-90; Tomassoni 2022b, p. 53).

References

  1. ^  Zeno, Apostolo (1752), M. Forcellini (ed.), Lettere di Apostolo Zeno, Cittadino Veneziano, Istorico e Poeta Cesareo [...], prima edizione, 3 vols., Venice, appresso Pietro Valvasense.
  2. ^  Zeno, Apostolo (1785), J. Morelli (ed.), Lettere di Apostolo Zeno, Cittadino Veneziano, Istorico e Poeta Cesareo [...], seconda edizione in cui le lettere già stampate si emendano, e molte inedite se ne pubblicano, 6 vols., Venice, appresso Francesco Sansoni.
  3. ^  Tomassoni, Roberto (2021), La collezione numismatica di Apostolo Zeno, PhD, Venice.
  4. ^  Tomassoni, Roberto (2022), Cultura antiquaria ed erudizione tra Venezia e Vienna nel Settecento. La collezione numismatica di Apostolo Zeno, Udine, Forum Editrice Universitaria Udinese.