-Lettre du 25 février 1355 (de ?) : “Parvemi allora venuto il momento di fare cosa che già da molto tempo in fra me stesso avea divisato: e presone appicco da quel discorso, certe monete a me carissime d'oro e d'argento colla effigie di antichi imperatori e la leggenda loro a minutissime lettere iscritta in dono gli offersi, fra le quali era pure viva e spirante l'immagine di Cesare Augusto: e « questi, gli dissi, o Cesare, sono coloro de'quali successore tu sei: ecco chi ammirare ed imitare tu devi, sì che ne calchi le orme, e le persone in te ne ritragga. Nè ad altro uomo qualunque si fosse, da te in fuori, date io le avrei. Io di ciascun di loro i costumi, il nome, le grandi geste conosco: ma tu, non solamente conoscerli, devi ancora seguirli. Dritto è dunque ch' esse sien tue. » E qui brevissimamente toccando la vita e l'opre di ciascun d' essi, come meglio mi venne fatto, ad imitarli, e ad essere virtuoso d'infiammarlo mi adoperai, e m'avvidi che come delle mie parole, così del piccolo dono grandemente ei si piacque » (Fracassetti 1866, vol. 4, libro XIX, lettera III, p. 162 ; Nassar 2013).