Lettre du 5 novembre 1569 (de Venise): "A MESSER PIRRO LIGORIO L’ultima mia ch’io scrissi a vostra signoria fu di XXVI di settembre, dal qual tempo fin questo giorno ella non ha ricevute mie lettere, per essere stato io fin’hora in villa; né altra fra tanto ho ricevuto delle sue, fuor che quella di 19 del sudetto mese, nella quale vostra signoria mi scrisse quelle dotte espositioni sopra le medaglie proposte; infra le quali era la medaglia del Nerone, con quegli animali marini per rovescio, che ella giudica essere stata battuta dai popoli eegini o scillacei, perché qui nel fatto nascono in gran copia simili animali. La qual dichiaratione io le scrissi allora che mi guardava assai; volendosi molti popoli greci, et altri ancora haver signate quelle medaglie, che essi battevano agli imperadori romani, delle imprese delle loro città, overo di cose, per le quali esse volevano essere distinte dalle altre. Onde io mi feci debitore di ciò mostrare in una Faustina Greca. Conciosiach’io ho appreso di me una medaglia di metallo di Faustina la giovane di buon maestro, e di mezana grandezza, con tale iscrittione «ΦΑΥΣΤΕΙΝΑ ΣΕΒΑΣΤΗ», ciò è «Faustina Augusta». La quale ha per riverso tre pesci, dei quali quello del mezo è maggiore degli altri e d’intorno ad essi si leggono queste lettere «ΑΓΧΙΑΛΙΩΝ», la qual medaglia vedesi essere stata battuta dai popoli anchialii di una città di Sicilia, vicina al mare, donde quella prese il suo nome «ΑΓΧΙΑΛΗ», quasi città marittima. Da che per loro impresa segnarono questi popoli siciliani li pesci, per allusione del nome della loro città, posta in parte sopra il mare. Sì come quest’altra voce: «ΑΓΧΙΑΛOΣ», significheria una città da ogni sua parte cinta, o bagnata// [c. 166r] dal mare; la qual parmi che faccia molto al proposito della sudetta medaglia del Nerone coi pesci, per alludere ancor essa a quei popoli che la batterono. E tanto basti di haver detto sopra tali medaglie. Ora io vorrei che vostra signoria mi leggesse alcune lettere puntate, overo abbreviate in una medaglia da me veduta li giorni passati. La medaglia è di Tiberio, in rame, grande, con lettere tali intorno corrose «TI CAESAR ***», ha per rovescio un’ara, con un certo ramo sopra a quella, nel cui frontespicio vedesi uno festone, pendente infra due teste di tori, la qual’ara è molto maestrevolmente lavorata; intorno a cui leggonsi queste lettere puntate «C.V.T.T.» Le due prime lettere sono notate sopra l’ara, e delle due ultime una per lato; né vi si veggono le lettere ordinarie «S.C.». Un’altra medaglia di Tiberio grande ho veduta, dal cui riverso scorgesi una corona civica, e dentro di essa leggonsi le medesime lettere. Onde in tal proposito d’abbreviature di lettere, dirò parimente di havere una medaglia mezana di Commodo, di buon maestro, c’ha per rovescio una corona civica, entro alla quale sono queste lettere «P.D. S.PQ.R. LAETITIAE C.V.» le quali desidererei sapere, come si leggono. Oltre di ciò io ho appreso di me un bellissimo medaglione di Antonino Pio, c’ha per rovescio una corona simile, dentro alla quale di leggono queste lettere «S.PQ.R. ANFF. OPTIMO PRINCIPI PIO». Et ancora in una bellissima medaglia di Domitiano giovane, di forma mezana, vedesi un’altra corona, dentro di cui leggonsi queste altre lettere «PERM. IMP. COR.». Le quali lettere sono lette da alcuni «Permissa Imperatori Corona». Queste tutte abbreviature di lettere, prego vostra signoria che voglia nella sua risposta leggermi, secondo il parer suo, alla quale per sempre mi offero et raccomando. Di Vinegia li V di novembre 1569" (Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Ms 277, cc. 165v-166r; Melchiorri 1825, p. 17-19; Missere Fontana 2013a, p. 338, notes 112-113, p. 347, note 183; Marconato 2018, p. 284-285).