| |Literature=Zeno 1785, lettre n° 876, p. 106-17 | | |Literature=Zeno 1752, vol. 3, lettre n° 45, p. 70-71; Zeno 1785, vol. 5, lettre n° 876, p. 106-107 |
| |Grand document=-Lettre du 18 avr. 1735 (de Venise) : « La medaglietta d’argento che mi ha trasmessa, acciocchè gliene dia la intera spiegazione, è antica e legittima ; ma è una delle più trite e communi, tanto per la testa, quanto pel rovescio. La leggenda della testa si è : IMP. CAESAR TRAIAN. HADRIANVS AVG ; e vi si vede la testa dell’imperadore Adriano rivolta alla sinistra, e coronata di alloro. In essa egli prende il nome di Trajano, e lo premette al proprio in memoria di Trajano suo precessore, da cui fu adottato. L’epigrafe del rovescio è la seguente : P. M. TR. P. COS. III cioè Pontifex Maximus Tribunitia Potestate Consul Tertium. Si in detta epigrafe fosse espresso l’anno della Tribunizia podestà di Adriano, si avrebbe la nota cronologica sicura dell’anno preciso, in cui fu coniata la medaglia : poichè la nota del consolato terzo non puo fissarne il tempo, mentre nello spazio ben lungo, in cui tenne il governo supremo dell’imperio, non vlle mai assumere il consolato quarto, onde nelle posteriori medaglie di lui leggesi sempre COS. III. Egli per altro è probabile che la medaglia fosse coniata l’anno IV o V dell’imperio di lui, si perchè la faccia non mostra lineamenti d’uom molto vecchio, qual gli si scorge in quelle degli anni susseguenti, si perchè dopo que’ primi anni del suo governo di rado si legge nell’epigrafe il nome di Trajano aggiunto a quel d’Adriano, perchè la cosa ando pian piano in disuso e in dimenticanza. Nel rovescio poi si vede una figura di donna in piedi, stolata e tunicata, rivolta al lato destro, che nella destra tiene la bilancia, e nella sinistra il corno dell’abondanza : simboli tutti che rappresentano la giustizia, da cui deriva ai popoli felicità e copia d’ogni cosa. In qualche altra medaglia scorgesi lo stesso tipo con la leggenda AEQVITAS VG. E questo è quanto mi occorre di drile in risposta sopra di questo. Le rimando la stessa medaglia entro la scatoletta medesima, con cui l’ebbi » (Zeno 1785, lettre n° 876, p. 106-17). | | |Grand document=Lettre du 18 avril 1735 (de Venise): "La medaglietta d’argento che mi ha trasmessa, acciocchè gliene dia la intera spiegazione, è antica e legittima ; ma è una delle più trite e comuni, tanto per la testa, quanto pel rovescio. La leggenda della testa si è : IMP CAESAR TRAIAN HADRIANVS AVG ; e vi si vede la testa dell’Imperadore Adriano rivolta alla sinistra, e coronata di alloro. In essa egli prende il nome di Trajano, e lo premette al proprio in memoria di Trajano suo precessore, da cui fu adottato. L’epigrafe del rovescio è la seguente : P M TR P COS III cioè Pontifex Maximus Tribunitia Potestate Consul Tertium. Se in detta epigrafe fosse espresso l’anno della Tribunizia Podestà di Adriano, si avrebbe la nota cronologica sicura dell’anno preciso, in cui fu coniata la medaglia : poichè la nota del Consolato terzo non può fissarne il tempo, mentre nello spazio ben lungo, in cui tenne il governo supremo dell’Imperio, non volle mai assumere il Consolato quarto, onde nelle posteriori medaglie di lui leggesi sempre COS III. Egli per altro è probabile che la medaglia fosse coniata l’anno IV. o V. dell’Imperio di lui, sì perchè la faccia non mostra lineamenti d’uom molto vecchio, qual gli si scorge in quelle degli anni susseguenti, sì perchè dopo que’ primi anni del suo governo di rado si legge nell’epigrafe il nome di Trajano aggiunto a quel d’Adriano, perchè la cosa andò pian piano in disuso e in dimenticanza. Nel rovescio poi si vede una figura di donna in piedi, stolata e tunicata, rivolta al lato destro, che nella destra tiene la bilancia, e nella sinistra il corno dell’abbondanza : simboli tutti che rappresentano la giustizia, da cui deriva ai popoli felicità e copia d’ogni cosa. In qualche altra medaglia scorgesi lo stesso tipo con la leggenda AEQVITAS AVG. E questo è quanto mi occorre di dirle in risposta sopra di questo. Le rimando la stessa medaglia entro la scatoletta medesima, con cui l’ebbi" (Zeno 1752, vol. 3, lettre n° 45, p. 70-71; Zeno 1785, vol. 5, lettre n° 876, p. 106-107). |