«A dirla con sincerità credevo più ricca, e più completa la collezione delle medaglie della Real Galleria. Io non so se deva dubitare che ne manchino, e che Sebastiano Bianchi, che aveva facoltà di commerciare, e barattare, e che ottenne un saldo dal Granduca Giovanni Gastone per mezzo del dottor Gualtieri, negli ultimi anni avesse usati degli arbitri, e barattasse a svantaggio.
Finito che abbia la descrizione a cui lavoro, assicurerò meglio il mio sospetto. Veramente prima del 1773 le medaglie erano in una perfetta confusione non ostante che Giuseppe Bianchi vantasse che il padre le avesse disposte compitamente. Così poteva dire delle sole medaglie d'oro, d'argento, e di bronzo degl'Imperatori, ma quelle delle città erano confuse ed i medaglioni stessi fuori d'ordine. Antonio Cocchi le classò in carta non bene, ma le lasciò nel grado in cui scioccamente gli erano state consegnate. Un gabinetto male ordinato, e mal disposto è soggetto ad essere derubato, e per quanto Raimondo Cocchi, e l'abate Eckel facessero bene a ordinare quello del Granduca, il primo non immaginò una buona disposizione delle medaglie negli stipi, essendo scomodi, e mal sicuri gli spartimenti che fece, a segno che non si può scoprire il furto che si facesse senza un riscontro. Che poi la raccolta sia molto mancante è facile a vedersi, osservando i migliori medaglisti moderni, e specialmente Pellerin. Siccome il genio del principe non è per queste cose, e lo studio delle medaglie è in decadenza, così non ho molta speranza di vedere che si debbano fare acquisti grossi da render completa la raccolta ch'è alla mia guardia. Ma terminato il catalogo dirò qualche cosa di più.» (BNCF, 1050, Efemeridi, s. II, IV, 1776, c. 583v-584r ; 23 febbraio 1776).