«Nella riordinazione dei marmi della R. Galleria, il dolcissimo Lanzi si è preso cancellare e di variare i nomi di molte teste ο scartandole ο ribattezzandole a sua fantasia. Ha sempre ragione? Sono lontano dal crederlo, ma sono ancor lontano dal voler com battere di punta le sue opinioni. Egli crede di vedere, e di veder credevano ancora i passati che ne sapevano quanto ne può sapere un gesuita. Poche scoperte di fresco si sono fatte in Roma che avvalorino i suoi giudizi, ed in questa materia le opinioni sono per lo più ideali, ancor quando si chiamano in aiuto le medaglie, le quali solo conservano presso a poco le immagini degli antichi. Potrei mettere in ridicolo questa operazione con stendere un dialogo fra due ο tre marmi, ma non è prudenza il farlo, almeno adesso. Serve solo il prender ricordo di questo arbitrio antiquario» (AIMSS, Efemeridi, VIII, 1780, c. 1482v, 26 novembre 1780).